Lo voglio gridare pubblicamente in questo post, dopo essermi congratulata con tutto il mio team stamattina… sapete perché?
Anche se il mese di marzo non è ancora finito, abbiamo già registrato una crescita di squadra del 30% in più rispetto al mese scorso…
Un risultato davvero eccezionale!!!
Eccezionale in un momento molto critico e delicato per il NetworkMarketing , con sempre più aziende (alcune anche colossi mondiali che hanno fatto la storia del network) in forte crisi di fatturato in Italia ed altri che hanno addirittura chiuso o sono stati venduti o sono stati dichiarati fraudolenti in quanto schemi piramidali o ci manca poco perché facciano questa triste fine a breve.
Eccezionale in un momento in cui ci sono più networker che vendono corsi o che si dedicano ad attività corollarie come il SocialMediaManager o l’influencer (pazzesco perché io ho fatto esattamente l’opposto, provengo da quel mondo, ma ho scelto ho questo lavoro come mia entrata principale e quando successe sono stata criticata alla morte mentre ora… cucù, guarda chi c’è!)
Ed infine, eccezionale per il modo in cui l’abbiamo fatto: ognuno con il suo metodo e con il suo gruppo, nel massimo rispetto dell’identità e del personal brand di ognuno. Le nostre leader hanno dimostrato di essere diamanti ancor prima di raggiungere ufficialmente la qualifica e questo è dipeso da loro, non da me.
C’è chi ha aumentato i clienti e le vendite in modo esponenziale anche se avrebbe potuto sedersi sugli allori. Chi si è dedicato a far crescere la sua squadra, dedicandogli anima e corpo. Chi si è portato a casa splendide soddisfazioni a livello professionale ed economico: chi si è aggiudicato il bonus da 150€ con 1.500 punti, chi quello da 100€ diventando Supervisore e chi ha conquistato superbonus da 300€ qualificandosi anche per la Cena di Gala al nostro evento aziendale di Maggio e… chi si è addirittura qualificato tra le pochissime persone in azienda che potranno venire con noi alla Crociera ai Caraibi per 1 o 2 persone, completamente pagata in tutto!
Sono fiera ed orgogliosa di poter scrivere tutto questo oggi, con la testa alta, sempre.
Dall’estate del 2018 lavoro a stretto contatto solo con “colleghi pelosi”, prima uno, ora due.
Dall’estate del 2018 gestisco la mia attività imprenditoriale senza limitazioni di spazio e di tempo, senza aver investito nulla e senza correre rischi.
Dall’estate del 2018 non indosso nè pantaloni a sigaretta con tacco, nè longuette con camicie (quindi potrei mettere in vendita metà del mio armadio…)
Dall’estate del 2018 non obbedisco agli ordini di nessuno, non punto la sveglia, sto con mio figlio quando voglio e vado in vacanza una volta al mese.
Non sono le cose belle quelle che voglio, ma i momenti felici, quelli con le persone che amo, quelli che mi fanno star bene con me stessa e mi fanno sentire che questa vita la sto vivendo davvero, senza limitarmi a sopravvivere o tirare a campare.
Ho quasi 40 anni e mai avrei pensato di vivere così quando ero ragazzina, perché inizi a pensarci ed apprezzare queste cose, solo se prima ti è passato un carro armato addosso e capisci cosa conta davvero e il potere che puoi avere nel condizionare il tuo futuro.
Alcuni la chiamano vecchiaia, altri consapevolezza, altri ancora follia… poco importa il nome che gli dai, conta solo poterlo fare.
Insieme a me ci sono altre migliaia di donne e uomini che la pensano così, per questo siamo una community eccezionale, per questo lavoriamo ogni giorno per costruire la nostra indipendenza economica e c’è posto anche per te, se scegli di fare la differenza nella tua vita ed in quella degli altri.
Mia mamma mi diceva sempre che ero troppo pessimista nella vita. Io immancabilmente le rispondevo che ero solo realista…
In effetti ero arrabbiata. Arrabbiata col mondo che non capivo e che non mi capiva, arrabbiata col mio sentirmi diversa e un po’ isolata, intrappolata.
Non ero una ragazzina frivola. Non sono stata una ragazza leggera. Non ho un passato semplice alle spalle.
Non lo racconto perché brucia ancora. Non lo racconto perché è solo mio. Non lo racconto perché in troppi non capirebbero e non è la commiserazione che cerco, perché tutto ha già trovato il suo senso, anni dopo.
Se non avessi sofferto o non mi fossi rifugiata in me stessa o non avessi cercato di reagire, chi sarei ora? Starei qui a scrivervi storie? Avrei fatto qualcosa per migliorare le vite degli altri, compreso la mia e di chi amo? Avrei scelto di spogliare quella bambina introversa dalle sue paure e dai suoi limiti? Avrei usato ogni giorno tutta l’energia che ho per diventare un esempio migliore per mio figlio e lasciargli un futuro in eredità?
No.
Se non avessi trasformato tutto quel dolore e quella frustrazione in energia vitale, non avrei mai avuto la forza per creare la vita dei miei sogni completamente da zero.
Quindi non disperare. Ricorda che anche dalle crepe nell’asfalto nascono i fiori.
Poi un giorno mi viene chiesto di rimettermi a scrivere, la mia storia, per il libro dei successi della mia azienda, che mi vuole dedicare ben 2 pagine.
“Fai sì che chiunque, sfogliando questa raccolta di storie non possa fare a meno di leggere la tua, di emozionarsi e di identificarsi in te”
Alla faccia dell’ansia da prestazione… Ma sapete perché?
Perché mi sono chiesta:
Come faccio a dire che è stata una delle sfide più difficili della mia vita, che mi ha portato a contatto con i miei limiti e le mie paure , che mi ha sconvolto e cambiato nel profondo?
Come faccio a distruggere l’idea che tutti hanno, che il Network Marketing sia un lavoro semplice, dove basta vendere il prodotto e fare team?
Come faccio a descrivere tutte le volte in cui ho rinunciato al mio tempo libero, ho trascurato mio marito e ridotto all’osso i giochi, le passeggiate e i pomeriggi insieme a mio figlio, pur di costruire qualcosa di più grande, che ci avrebbe rivoluzionato la vita e che avrei potuto lasciargli in eredità?
Come faccio a far capire che io NON faccio parte della “Prima Generazione di Networker Digitali”, quelli pre-pandemia , che avendo pochissima concorrenza e promuovendo qualcosa di nuovo sui social, bastava che facessero mezzo post benfatto che si ritrovavano una sfilza di richieste di info e non sanno manco loro come hanno fatto a guadagnare certe cifre, mentre io mi sono dovuta sudare ogni singolo contatto e mi ricordo perfettamente di come ho fatto a guadagnare ogni singolo Euro del mio stipendio?
Come faccio a rovinare i sogni di queste persone??
Beh, la risposta che mi sono data era più semplice del previsto:
I desideri di una vera sognatrice non si rovinano perché qualcuno le dice che saranno difficili da realizzare, anzi… Le basterà solo che le facciate vedere che è possibile realizzarli, niente di più.
E per questo continuerò per sempre a dire e scrivere la verità. Perché che ce la possiate fare anche voi a diventare donne straordinarie … ve l’ho già dimostrato.
Ringrazio questo anno cosi merdavigliosamente incredibile.
Già… è stato un anno di merda, ma anche un anno di svolta incredibile, per me, la mia visione del mondo e soprattutto per la mia carriera.
Sono Diamante ormai da 1 anno e quello che mi sembrava un traguardo in realtà è stato un inizio: scalare il piano marketing non è stato difficile, è stato difficile, per citare Harvey B. Mackay, “Nuotare tra gli squali senza essere sbranata viva”.
Ad ogni fine anno penso sempre che il peggio sia passato, ma in realtà non è così, ogni anno “mi fa lo sgambetto”.
A volte mi sbuccio le mani, a volte ho un livido sulla fronte, a volte mi rompo una costola.
Ma quest’anno ho pensato di non volermi più rialzare.
Era stupido rialzarsi con tanta fatica se tanto, dietro l’angolo, a pochi metri di distanza, c’era un’altro che mi faceva cadere, se a porgermi una mano erano solo un paio di persone su centinaia che volevano vedermi affogare, se a credere in me ero rimasta quasi solo io e ormai iniziavo a vacillare.
E sapete perché non ho mandato tutti a quel paese scegliendo una strada più facile o diversa? Ritornando a vivere una vita più comoda e con meno pensieri, per vivermi la mia famiglia e curare la mia salute (che mi ha davvero messa in crisi, rischiando quasi il ricovero)?
Perché mi stava sulle balle farli vincere.
Odiavo ammettere che mi avessero schiacciato.
Io non butto giù la regina (se avete visto “La regina degli scacchi” sapete cosa intendo..).
Sono rimasta a terra finché mi sentivo stremata, come un pugile che cerca di riprendere le forze dopo un cazzotto forte, quando si si annebbia il cervello e non sei più capace di ragionare, non sai più chi sei.
Mi rialzavo solo alla fine della conta, giusto per non dargli buono il round. Non ho reagito finché non ne sono stata in grado.
Perché ho imparato che se reagisci quando non sei pronta, dando fondo alle tue ultime energie poi non hai più nulla a cui attingere. E allora mi riposo. Mi deprimo. Mi dispero. E resto giù.
E forse l’orso di torno pensa che io sia morta e mi lascia stare…assurdo come la natura ci insegni tutto senza andare a cercare chissà quali Mental Coach…
Ho immaginato di perdere tutto. Davvero.
L’ho immaginato nei minimi dettagli. L’ho vissuto nella mia mente.
E la disperazione che ho provato era più forte del dolore che sentivo.
E allora ho scelto di sforzare l’arto che mi faceva meno male e di sopportare. Perché l’osso si sarebbe riparato da solo e io sarei tornata a camminare. Ma se non mi fossi mossa, sarebbe andato in cancrena.
Dovevo muovermi. Dovevo sopravvivere. Dovevo finire il cammino e finirlo da sola, senza l’aiuto di nessuno.
Io non dovevo dimostrare nulla a nessuno, dovevo solo dimostrare di nuovo a me stessa che sono la mia migliore amica, la persona su cui contare, la donna da stimare.
Non contava nient’altro.
E così ho fatto.
E sono qui.
Piena di cicatrici che non vedete, perché non mi conoscete in fin dei conti, non sapete cosa c’è dietro il successo qualunque esso sia.
Ma fidatevi di me.
Nessun sorriso è più accecante di quello che nasce da una lacrima.
Ricordo perfettamente l’anno in cui mi licenziai: era l’estate del 2018 e la mia home di Instagram era piena ragazze con bellissimi costumi La Bikineria, al mare, in giugno, che lavoravano dal cellulare.
Sembravano sempre felici, sembravano spensierate, sembravano sentirsi realizzate… io no.
Ero sempre nervosa per i continui “pallini” al lavoro, incazzata col mondo perché mentre gli altri si godevano la vita e i figli, io ero chiusa in ufficio e fino ad agosto di ferie manco se ne parlava, ma soprattutto, non mi sentivo valorizzata, pensavo di avere molto di più di dire e da dare a questo mondo che fare pubblicità, rispondere alle mail ed organizzare eventi.
Io non ero abituata a sognare e nemmeno a crederei me stessa quel tanto che bastava per buttarmi in un’attività in proprio, ho dovuto toccare il fondo (come mio solito) per trovare la forza di buttarmi al 100%, questa è la verità.
È andata bene fin da subito? Ho avuto successo fin da subito? Ho guadagnato fin da subito?
NO.
Infatti solo 2 anni fa ho preso la mia scelta migliore , un ultimo salto nel buio, alla serie “o la va o la spacca”.
Basta provare metodi diversi, basta sbagliare azienda, basta soltanto arrotondare lo stipendio, basta sentirmi sempre inadeguata o obbligata a seguire un copione, basta essere “una delle tante che ci prova”.
Io volevo diventare una professionista, una che che fa la differenza nella sua vita ed in quella degli altri, una che poteva onestamente raccontare di aver completamente ribaltato la sua vita.
E così è stato.
Ho preso tutta la rabbia e la frustrazione che avevo accumulato nelle mie precedenti esperienze e ho iniziato a fare sul serio.
Prodotti più vari ed accessibili, un piano marketing più semplice e remunerativo e la libertà di essere me stessa hanno fatto davvero tanto, per il resto mi sono solo impegnata e ci ho messo tutta la passione che avevo, senza risparmiare nemmeno un minuto del mio tempo libero.
Risultato?
• il primo mese di attività ho più che quadruplicato l’ultimo bonifico che ho preso nella mia precedente azienda • il secondo mese ho nettamente superato il mio miglior stipendio da dipendente, nel mese in cui andavo in fiera per 10/15 giorni • in tutti i mesi successivi è stata una crescita costante (ed oserei dire davvero sorprendente) delle mie entrate e soprattutto del mio Team , che ormai sfiora le 4.000 Girlboss!
Fortuna? NO.
#obiettivichiariesognidaraggiungere
#vogliadisuperareimieilimiti
#metododilavorodifferente
#consapevolezza in me e in cosa c’è là fuori
#amoresfrenato per l’attivitàonline più bella del mondo♥️
Quella notte è stato Luca a cambiare tutto, sulle mille volte dove i nostri compagni ci ostacolano e ci criticano in questa attività, ce ne sono altrettante dove davvero credono in noi, ci vedono più lungo e ci scuotono dagli strati di lavaggi mentali e frasi motivazionali che ci hanno fatto perdere la capacità di valutare le situazioni in modo oggettivo.
Questa è la storia di quando, un anno fa, ho deciso di cambiare Network, la mia scelta migliore.
So bene quanto sia doloroso e spaventoso per un Networker professionista, mediamente navigato com’ero io, cambiare l’azienda con la quale collabora.
Significa ricominciare da capo.
Significa dover dare delle spiegazioni a chi ti segue da tempo.
Significa dover fare i conti con una perdita di persone nel tuo team.
Significa accettare che le tue upline, se ti va bene, ti offendano o, se ti va male (come è successo a me), ti facciano cyber bullismo.
Significa dover provare prodotti nuovi, imparare un piano marketing diverso.
Ma al di là di questo, tutto rimane. Io sono rimasta. Girlboss è rimasto.
Mi sono rifiutata fin da subito di cambiare metodo di lavoro, uniformarmi al mio gruppo di appartenenza, seguire la mia sponsor, l’ho scelta per tutt’altri motivi o forse perché le persone a volte sono brave a farsi vive nella nostra vita al momento giusto.
Io non ho scelto questo.
Ho scelto i fatti, dati concreti, elementi che ormai, dopo la mia esperienza in questo settore e tanti amici in network diversi con cui ho sempre amato confrontarmi, ho imparato a valutare con precisone.
Vi invito ad informarvi sempre, con attenzione, su alcuni di questi, perché la mia storia possa essere utile anche voi nel caso vi ritrovaste nella mia vecchia situazione.
E’ molto semplice, basta rispondere sinceramente a 10 domande di base:
Ma io, questi prodotti, li userei davvero nella mia vita quotidiana anche se non collaborassi con questa azienda?
Sposterei le mie scelte d’acquisto qui o peserebbe sulle mie finanze? Qualcuno che non mi conosce di persona, ma mi segue sui social, li comprerebbe volentieri o ci penserebbe più e più volte? Costano troppo o sono troppo a buon mercato?
I prodotti sono abbastanza variegati da potermi permettere di attrarre diversi tipi di clienti o distributori, con gusti ed abitudini diverse e poter andare incontro a diverse esigenze o stagionalità?
Mi richiedono di fare magazzino o anticipare i soldi o è tutto online e posso vendere senza impegno ovunque, anche al di fuori dell’Italia?
Ho la possibilità di guadagnare bene fin da subito se mi do da fare o devo aspettare tanto tempo prima di riuscire a crearmi una rete di distributori o clienti?
Il piano marketing mi permette di poter monetizzare in base alle mie capacità in questo settore o devo solo essere un grande commerciale o un grande team leader?
Mi chiedono di cambiare chi sono? Mentire? Svendere il mio profilo? Seguirli o restare a piedi? Dire e fare cose che non si adattano a me e di cui non andrei orgogliosa?
L’azienda guadagna sui pacchetti d’entrata delle persone che si iscrivono o sul mio lavoro? Mi richiede di fare degli acquisti personali fissi o sono libera di decidere?
Si tratta di una start up o di un’azienda consolidata alla quale posso affidare il mio futuro senza la preoccupazione che chiuda? E’ abbastanza giovane da permettermi di crescere insieme a lei?
E la formazione? E’ solo un parolone per accalappiarmi ma poi si rivela un fuoco di paglia, piena di tecniche obsolete e informazioni raffazzonate o posso contare su qualcuno e le migliori e più moderne strategie sul mercato, senza che io debba pagare nulla?
Ecco, questa per me è stata la base. Ovvio che per un professionista del settore c’è molto altro da valutare, ma la risposta a queste domande è proprio quel che basta per capire se si è nel posto giusto oppure no, se stiamo affidando i nostri sogni, il nostro tempo e il nostro denaro alle persone giuste oppure se dobbiamo aprire gli occhi, come ho fatto io in quella famosa sera.
Non voglio concludere questo articolo facendo l’elenco di ciò che ho creato qui insieme al mio Team, anche se alla fine sono i risultati che parlano, non le opinioni, sono le quasi 2.000 persone che lavorano insieme a me, l’essere esattamente a metà strada per la qualifica in assoluto più ambita di tutto il piano marketing, il Diamante, in 1 solo anno, l’aver raggiunto guadagni (che qui per ovvi motivi non posso quantificare) che mi sarei sognata, che sono paragonabili a professioni blasonate o imprenditoriali.
Ma è questo che mi è successo ed è stato così solo qui.
Ora vi chiederete:
Ma allora perché di così tante persone che lavorano per la tua stessa azienda solo poche hanno raggiuto quello che hai raggiuto tu? Perché ce ne sono ancora così tante che mandano messaggi indesiderati o lavorano in modo poco etico?
Beh, perchè i miei risultati sono personali, non sono una garanzia. Sono frutto del mio impegno, della mia energia, della mia costanza e dal tempo che ho dedicato alla mia attività.
E poi perché siamo tutte persone diverse e noi scegliamo prima di tutto le persone con cui lavoreremo, non solo l’azienda, le persone dalle quali impareremo, con cui collaboreremo.
E per scegliere le persone, purtroppo, non c’è un metodo, non ci sono 10 domande a cui rispondere, ma c’è la pancia, l’istinto e le sensazioni di pelle.. non dimentichiamole mai!