Questo Blog Post è per voi che state vivendo ORA un Momento “Buongiorno un Cazzo“, situazioni che io ho vissuto più volte in passato e che ho sempre raccontato perché, per me, le più grandi ispirazioni arrivano da chi ha reagito e superato Momenti “No”, piuttosto che da chi paventa una vita perfetta e sminuisce i vostri problemi e difficoltà, come se fossero scuse o capricci inesistenti.
Io non sono una psicologa nè una Mental coach, ma una persona normale e poco affine al motto “Pensa positivo ed andrà tutto bene”.
Sono una donna concreta e molto realista, per questo mi sento di darti questo consiglio:
NON CERCARE DI CAMBIARE O TOGLIERE QUELLO CHE TI FA INCAZZARE O SOFFRIRE. NON PUOI QUASI MAI. ED OLTRETUTTO “NON STAR MALE”, NON SIGNIFICA AUTOMATICAMENTE “STARE BENE”…
Rinuncia ad avere il controllo su tutto quello che non dipende da te ed è al di fuori di te. Lavora solo su di te, sulla tua testa, sul tuo modo di sfruttare a tuo vantaggio o reagire alle situazioni più difficili.
Che non significa affatto “Vedere il lato positivo delle cose”, ma usarle da ELASTICO, per avere lo slancio necessario a spostarsi da dove altrimenti saresti rimasta impantanata.
È stato proprio questo Mindset che, negli ultimi tempi, mi sta permettendo di costruire progetti professionali e personali immensi, che ho sempre considerato fuori dalla mia portata e per i quali pensavo di non essere adatta o di non avere tempo.
Se proprio vuoi investire su qualcosa, fallo su te stessa. Sei e sarai sempre la tua risorsa più preziosa ed affidabile.
Poi un giorno mi viene chiesto di rimettermi a scrivere, la mia storia, per il libro dei successi della mia azienda, che mi vuole dedicare ben 2 pagine.
“Fai sì che chiunque, sfogliando questa raccolta di storie non possa fare a meno di leggere la tua, di emozionarsi e di identificarsi in te”
Alla faccia dell’ansia da prestazione… Ma sapete perché?
Perché mi sono chiesta:
Come faccio a dire che è stata una delle sfide più difficili della mia vita, che mi ha portato a contatto con i miei limiti e le mie paure , che mi ha sconvolto e cambiato nel profondo?
Come faccio a distruggere l’idea che tutti hanno, che il Network Marketing sia un lavoro semplice, dove basta vendere il prodotto e fare team?
Come faccio a descrivere tutte le volte in cui ho rinunciato al mio tempo libero, ho trascurato mio marito e ridotto all’osso i giochi, le passeggiate e i pomeriggi insieme a mio figlio, pur di costruire qualcosa di più grande, che ci avrebbe rivoluzionato la vita e che avrei potuto lasciargli in eredità?
Come faccio a far capire che io NON faccio parte della “Prima Generazione di Networker Digitali”, quelli pre-pandemia , che avendo pochissima concorrenza e promuovendo qualcosa di nuovo sui social, bastava che facessero mezzo post benfatto che si ritrovavano una sfilza di richieste di info e non sanno manco loro come hanno fatto a guadagnare certe cifre, mentre io mi sono dovuta sudare ogni singolo contatto e mi ricordo perfettamente di come ho fatto a guadagnare ogni singolo Euro del mio stipendio?
Come faccio a rovinare i sogni di queste persone??
Beh, la risposta che mi sono data era più semplice del previsto:
I desideri di una vera sognatrice non si rovinano perché qualcuno le dice che saranno difficili da realizzare, anzi… Le basterà solo che le facciate vedere che è possibile realizzarli, niente di più.
E per questo continuerò per sempre a dire e scrivere la verità. Perché che ce la possiate fare anche voi a diventare donne straordinarie … ve l’ho già dimostrato.
Ringrazio questo anno cosi merdavigliosamente incredibile.
Già… è stato un anno di merda, ma anche un anno di svolta incredibile, per me, la mia visione del mondo e soprattutto per la mia carriera.
Sono Diamante ormai da 1 anno e quello che mi sembrava un traguardo in realtà è stato un inizio: scalare il piano marketing non è stato difficile, è stato difficile, per citare Harvey B. Mackay, “Nuotare tra gli squali senza essere sbranata viva”.
Ad ogni fine anno penso sempre che il peggio sia passato, ma in realtà non è così, ogni anno “mi fa lo sgambetto”.
A volte mi sbuccio le mani, a volte ho un livido sulla fronte, a volte mi rompo una costola.
Ma quest’anno ho pensato di non volermi più rialzare.
Era stupido rialzarsi con tanta fatica se tanto, dietro l’angolo, a pochi metri di distanza, c’era un’altro che mi faceva cadere, se a porgermi una mano erano solo un paio di persone su centinaia che volevano vedermi affogare, se a credere in me ero rimasta quasi solo io e ormai iniziavo a vacillare.
E sapete perché non ho mandato tutti a quel paese scegliendo una strada più facile o diversa? Ritornando a vivere una vita più comoda e con meno pensieri, per vivermi la mia famiglia e curare la mia salute (che mi ha davvero messa in crisi, rischiando quasi il ricovero)?
Perché mi stava sulle balle farli vincere.
Odiavo ammettere che mi avessero schiacciato.
Io non butto giù la regina (se avete visto “La regina degli scacchi” sapete cosa intendo..).
Sono rimasta a terra finché mi sentivo stremata, come un pugile che cerca di riprendere le forze dopo un cazzotto forte, quando si si annebbia il cervello e non sei più capace di ragionare, non sai più chi sei.
Mi rialzavo solo alla fine della conta, giusto per non dargli buono il round. Non ho reagito finché non ne sono stata in grado.
Perché ho imparato che se reagisci quando non sei pronta, dando fondo alle tue ultime energie poi non hai più nulla a cui attingere. E allora mi riposo. Mi deprimo. Mi dispero. E resto giù.
E forse l’orso di torno pensa che io sia morta e mi lascia stare…assurdo come la natura ci insegni tutto senza andare a cercare chissà quali Mental Coach…
Ho immaginato di perdere tutto. Davvero.
L’ho immaginato nei minimi dettagli. L’ho vissuto nella mia mente.
E la disperazione che ho provato era più forte del dolore che sentivo.
E allora ho scelto di sforzare l’arto che mi faceva meno male e di sopportare. Perché l’osso si sarebbe riparato da solo e io sarei tornata a camminare. Ma se non mi fossi mossa, sarebbe andato in cancrena.
Dovevo muovermi. Dovevo sopravvivere. Dovevo finire il cammino e finirlo da sola, senza l’aiuto di nessuno.
Io non dovevo dimostrare nulla a nessuno, dovevo solo dimostrare di nuovo a me stessa che sono la mia migliore amica, la persona su cui contare, la donna da stimare.
Non contava nient’altro.
E così ho fatto.
E sono qui.
Piena di cicatrici che non vedete, perché non mi conoscete in fin dei conti, non sapete cosa c’è dietro il successo qualunque esso sia.
Ma fidatevi di me.
Nessun sorriso è più accecante di quello che nasce da una lacrima.
Un Leader non si crea, non puoi pensare di plasmarlo grazie alla tua bravura e i tuoi insegnamenti , caricarlo continuamente con la tua energia. Un leader devi solo avere la fortuna di trovarlo ed avere il piacere di fare il cammino insieme a lui.
ᴛᴜ ɴᴏɴ ꜱᴍᴇᴛᴛᴇʀᴇ ᴍᴀɪ ᴅɪ ᴄᴇʀᴄᴀʀʟᴏ
2. I Soldi possono sia rovinare le persone, tirando fuori la loro vera natura, come l’essere altezzoso, invidioso ed insicuro, oppure diventano un motore incredibile per realizzare qualcosa di ancora più grande e più bello per noi e per gli altri.
3. Il network marketing è una vera opportunità, forse solo l’1% delle persone che lo conoscono se ne rendono contro davvero. Perché non siamo culturalmente abituati a credere alle cose belle, non siamo abituati a sognare e soprattutto a faticare per raggiungere obiettivi importanti.
4. Ho avuto il piacere di conoscere ancora meglio il cuore dell’azienda che rappresento, la crescita veramente impensabile che abbiamo avuto, i miglioramenti e tutte le novità prodotti che sono stati introdotti, i guadagni assurdi, davvero assurdi, che molti di noi stanno toccando con mano.
E sono sempre più orgogliosa ed onorata di farne parte.
Forse dovevo davvero ammalarmi per capire ancora di più quanto è importante questa attività online per me…
Scalare il piano marketing di un’azienda di network può sembrare una montagna infinita da conquistare, quasi impossibile.
Conosco bene quella sensazione: avere un grande obiettivo, soprattutto quando è molto lontano dalla situazione in cui ci troviamo, può essere scoraggiante.
E la stessa cosa sembra a me ora, che sono al 50% dal raggiugimento dell’ultima qualifica dell’azienda con cui collaboro, il Diamante Black.
Ma nel tempo, ho imparato a suddividere mentalmente i grandi obiettivi in piccoli traguardi, perché così anche gli imprevisti ed i problemi che ho trovato lungo il cammino erano più piccoli e gestibili.
Ma non solo.
Ho imparato anche a crescere la mia autostima passo dopo passo, semplicemente facendo ogni giorno le piccole e semplici azioni che mi ero prefissata.
Tutte le volte in cui, voltandomi indietro, mi rendevo conto di aver mantenuto la parola con me stessa, cresceva anche la mia convinzione di potercela fare, perché potevo contare su di me e le promesse che mi ero fatta.
E lì ho capito che non avevo bisogno di nient’altro…
Datevi anche voi l’obiettivo di darvi dei micro-obiettivi ed iniziare a costruire la banca della vostra autostima deposito dopo deposito.
Questo post non è per i deboli, per i permalosi e per chi lavora senza ambizione e determinazione, quindi mi spiace se risulterò antipatica o dura, ma il periodo che stiamo vivendo lo è altrettanto e raccontarsi favole non cambierà la nostra vita.
IL TEMPO È TUTTO.
Ciò che noi facciamo con il nostro tempo fa la differenza tra il rimanere mediocri e l’avere successo. Fine. Nient’altro.
Tutti abbiamo 24 ore al giorno. Tutti abbiamo 7 giorni alla settimana. Tutti abbiamo 12 mesi in 1 anno.
Cambia solo quello che decidiamo di fare col nostro tempo, sia che abbiamo 10 ore libere al giorno o soltanto 2. Non importa. Non ci sono scuse.
“Non ho tempo, non ho soldi, non fa per me”, le scuse sono sempre le stesse, sono solo le facce che cambiano, ma la realtà rimane la stessa, ovvero:
QUELLO CHE TI RACCONTI TU.
Ci sono due grandi regole da imparare in questo lavoro:
1. Io non perdo tempo
2. Non lascio che altre persone mi facciano perdere tempo
Perché dobbiamo perdere tempo con persone che non vogliono realizzare i loro sogni? Che senso ha restare aspettare che il nostro gruppo si metta a lavorare?
Troviamo nuove persone, continuiamo a lavorare, quando avranno voglia di lavorare li aiuteremo, ma se non hanno voglia di lavorare, siamo noi che lo facciamo e prendiamo in mano la nostra attività e andiamo a trovare altre persone che invece hanno voglia di realizzare i loro sogni.
I loro obiettivi non sono i nostri obiettivi.
Io ho deciso di lavorare e darmi da fare in questi 3 anni, perché questa è la mia vita, questo è il mio tempo e questo è il mio sogno.
Ho imparato una lezione importante ad un corso che ho fatto di recente, un aneddoto che fa riflettere molto e che andrebbe ripetuto ogni giorno:
Alle volte, quando arriva una persona nuova nel nostro gruppo, la potremmo paragonare ad una bellissima gallina: la coccoliamo, ci innamoriamo delle sue potenzialità, di ciò che ci dice, dei suoi sogni.
La prendiamo sotto la nostra ala protettrice, motivandola “Io voglio aiutarti a volare, credo in te, ce puoi fare!”.
La prendiamo tra le mani e cerchiamo di farla volare, facciamo noi il lavoro lei e la lanciamo in aria. Ma poi dopo un po’ scende, inizia a cadere.
Allora la raccogliamo di nuovo da terra e la lanciamo di nuovo, cercando di farla volare, ma lei di nuovo scende e ci rendiamo conto che stiamo passando tutto il nostro tempo a cercare di far volare le galline mentre nessuna di loro vuole volare!
Ma non possiamo far volare le galline.
Le galline stanno per terra, non guardano in alto, non volano. Le aquile volano!
Anche se mille galline possono cercare di far credere ad un piccolo di aquila di essere uno di loro, l’aquila conosce la sua natura, sa di essere diversa ed avrà sempre l’istinto di guardare in aria e volare.
Noi non puoi perdere la nostra vita a far volare le galline, non è il nostro lavoro.
Noi siamo qui ad aiutare chi vuole volare. È solo lui può sapere cosa vuole nella sua vita, come noi dobbiamo sapere cosa vogliamo nella nostra:
Rodere a poco a poco, rosicchiare: r. una pannocchia; anche tr. pronom. : rosicarsi un torsolo di mela; prov.chi non risica non rosica, bisogna rischiare per ottenere qualcosa.
intransitivo
REGIONALEe gerg. Rodersi per la rabbia, la gelosia o l’invidia.
Ecco, soffermiamoci sulla versione gergale, altrimenti detta “Lo sport che mi è sempre venuto meglio nella vita, il Rosicamento!”
E rosicavo perché da ragazzina non ero abbastanza fashion , abbastanza bella , abbastanza magra, abbastanza popolare (ammazza l’adolescenza che brutta bestia!)
E poi rosicavo perché non riuscivo a trovare un lavoro all’altezza dei miei studi universitari, perché non guadagnavo abbastanza, perché la mia collega ne sapeva la metà di me, ma aveva fatto il doppio della carriera (eddai, non ditemi che non l’avete mai pensato?!)
E via ancora: perché il Network non mi portava i risultati che vedevo spiattellati dalle altre colleghe sui social, perché non ero abbastanza attrattiva , abbastanza seguita , abbastanza creativa , abbastanza di successo…
E CHE ANSIA😖😣😩
Beh, sapete cos’ho fatto quando il mio fegato assunse le dimensioni di una nocciolina?
Sì proprio quello che state pensando, sì la prima cosa che vi è venuta in mente, sì è semplice la soluzione in fin dei conti.
Ho mandato a quel paese le presenze negative nella mia vita in tutti i modi che mi erano concessi: ho smesso di seguire molti account, scelto con maggior cura le mie amicizie, condizionato ed influenzato i miei pensieri con cose positive e motivanti, ma soprattutto, ho abbassato la testa, messo il paraocchi ed ho iniziato ad andare avanti per la mia strada, giorno dopo giorno dopo giorno.
E sapete qual è stato il RISULTATO??? Indovinate un po’…
Quando ho alzato lo sguardo ero arrivata molto più in alto delle persone che invidiavo.
E voi invece per cosa rosicate? Come fate a tenere a bada questa terribile sensazione?