Poi un giorno mi viene chiesto di rimettermi a scrivere, la mia storia, per il libro dei successi della mia azienda, che mi vuole dedicare ben 2 pagine.
“Fai sì che chiunque, sfogliando questa raccolta di storie non possa fare a meno di leggere la tua, di emozionarsi e di identificarsi in te”
Alla faccia dell’ansia da prestazione… Ma sapete perché?
Perché mi sono chiesta:
Come faccio a dire che è stata una delle sfide più difficili della mia vita, che mi ha portato a contatto con i miei limiti e le mie paure , che mi ha sconvolto e cambiato nel profondo?
Come faccio a distruggere l’idea che tutti hanno, che il Network Marketing sia un lavoro semplice, dove basta vendere il prodotto e fare team?
Come faccio a descrivere tutte le volte in cui ho rinunciato al mio tempo libero, ho trascurato mio marito e ridotto all’osso i giochi, le passeggiate e i pomeriggi insieme a mio figlio, pur di costruire qualcosa di più grande, che ci avrebbe rivoluzionato la vita e che avrei potuto lasciargli in eredità?
Come faccio a far capire che io NON faccio parte della “Prima Generazione di Networker Digitali”, quelli pre-pandemia , che avendo pochissima concorrenza e promuovendo qualcosa di nuovo sui social, bastava che facessero mezzo post benfatto che si ritrovavano una sfilza di richieste di info e non sanno manco loro come hanno fatto a guadagnare certe cifre, mentre io mi sono dovuta sudare ogni singolo contatto e mi ricordo perfettamente di come ho fatto a guadagnare ogni singolo Euro del mio stipendio?
Come faccio a rovinare i sogni di queste persone??
Beh, la risposta che mi sono data era più semplice del previsto:
I desideri di una vera sognatrice non si rovinano perché qualcuno le dice che saranno difficili da realizzare, anzi… Le basterà solo che le facciate vedere che è possibile realizzarli, niente di più.
E per questo continuerò per sempre a dire e scrivere la verità. Perché che ce la possiate fare anche voi a diventare donne straordinarie … ve l’ho già dimostrato.
𝐂𝐎𝐑𝐑𝐄𝐕𝐀 𝐋’𝐀𝐍𝐍𝐎 𝟐𝟎𝟏𝟕 e questa è la foto più carina e sorridente che ho trovato tra i miei vecchi post di Instagram.
Non posso dire che non fossi #felice , cavolo, io, sulla carta, ero “𝐋𝐚 𝐃𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐯𝐚 𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨”
• un lavoro a tempo indeterminato
• una bellissima carriera davanti a me (ero responsabile marketing di un’azienda metalmeccanica affermata)
• uno stipendio più che soddisfacente, soprattutto quando andavo in fiera
• una bella casa, una bella famiglia , una ritrovata forma fisica … TUTTO INSOMMA‼️
Mi sentivo realizzata allora, ma avevo come 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐚 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐦𝐢 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐬𝐟𝐮𝐠𝐠𝐞𝐧𝐝𝐨:
la mia vita, il mio tempo, il mio essere donna piena di interessi, il mio essere mamma…
Non ero davvero 𝐒𝐄𝐑𝐄𝐍𝐀, non mi sentivo realmente 𝐋𝐈𝐁𝐄𝐑𝐀 e non riuscivo a sentire che la mia vita aveva davvero un 𝐒𝐄𝐍𝐒𝐎 ed una 𝐃𝐈𝐑𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄, non so se riuscite a capire cosa intendo…
Non sono stata così pazza da mollare tutto dall’oggi al domani, non avrebbe avuto senso, ma ho iniziato a provare a creare il mio “piano B” come secondo lavoro. nel mio tempo libero.
Organizzandomi bene e sapendo cosa fare, riuscivo sempre a ritagliarmi 3 ore al giorno da dedicare al network e quello che è saltato fuori, mettendoci tanta passione e costanza , è stato davvero sorprendente… ve ne siete accorte, vero⁉️
Vi ho raccontato questa storia non per fare la fenomena di turno, probabilmente là fuori ci sono donne molto più in gamba di me, ma per dirvi che esistono lavori alternativi che ci possono permettere davvero di esprimere il nostro potenziale ed è giusto 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐯𝐢𝐝𝐞𝐫𝐥𝐢, 𝐒𝐄𝐌𝐏𝐑𝐄♥️
Ricordo perfettamente l’anno in cui mi licenziai: era l’estate del 2018 e la mia home di Instagram era piena ragazze con bellissimi costumi La Bikineria, al mare, in giugno, che lavoravano dal cellulare.
Sembravano sempre felici, sembravano spensierate, sembravano sentirsi realizzate… io no.
Ero sempre nervosa per i continui “pallini” al lavoro, incazzata col mondo perché mentre gli altri si godevano la vita e i figli, io ero chiusa in ufficio e fino ad agosto di ferie manco se ne parlava, ma soprattutto, non mi sentivo valorizzata, pensavo di avere molto di più di dire e da dare a questo mondo che fare pubblicità, rispondere alle mail ed organizzare eventi.
Io non ero abituata a sognare e nemmeno a crederei me stessa quel tanto che bastava per buttarmi in un’attività in proprio, ho dovuto toccare il fondo (come mio solito) per trovare la forza di buttarmi al 100%, questa è la verità.
È andata bene fin da subito? Ho avuto successo fin da subito? Ho guadagnato fin da subito?
NO.
Infatti solo 2 anni fa ho preso la mia scelta migliore , un ultimo salto nel buio, alla serie “o la va o la spacca”.
Basta provare metodi diversi, basta sbagliare azienda, basta soltanto arrotondare lo stipendio, basta sentirmi sempre inadeguata o obbligata a seguire un copione, basta essere “una delle tante che ci prova”.
Io volevo diventare una professionista, una che che fa la differenza nella sua vita ed in quella degli altri, una che poteva onestamente raccontare di aver completamente ribaltato la sua vita.
E così è stato.
Ho preso tutta la rabbia e la frustrazione che avevo accumulato nelle mie precedenti esperienze e ho iniziato a fare sul serio.
Prodotti più vari ed accessibili, un piano marketing più semplice e remunerativo e la libertà di essere me stessa hanno fatto davvero tanto, per il resto mi sono solo impegnata e ci ho messo tutta la passione che avevo, senza risparmiare nemmeno un minuto del mio tempo libero.
Risultato?
• il primo mese di attività ho più che quadruplicato l’ultimo bonifico che ho preso nella mia precedente azienda • il secondo mese ho nettamente superato il mio miglior stipendio da dipendente, nel mese in cui andavo in fiera per 10/15 giorni • in tutti i mesi successivi è stata una crescita costante (ed oserei dire davvero sorprendente) delle mie entrate e soprattutto del mio Team , che ormai sfiora le 4.000 Girlboss!
Fortuna? NO.
#obiettivichiariesognidaraggiungere
#vogliadisuperareimieilimiti
#metododilavorodifferente
#consapevolezza in me e in cosa c’è là fuori
#amoresfrenato per l’attivitàonline più bella del mondo♥️
Questa foto è di 6 anni fa, la nostra più bella perchè allora di foto ne facevo davvero poche (e soprattutto non mi truccavo mai😅).
Tu eri negli anni più teneri per una mamma, così simpatico, coccolone e paciocchino che ti avrei mangiato di baci! Ma da quando avevi 6 mesi, mi sono dovuta trovare un lavoro, perché l’ultimo che avevo come commessa in un negozio di abbigliamento, trovato davvero con fatica appena mi sono trasferita a Piacenza, l’avevo perso proprio perché ero rimasta incinta di te.
In fin dei conti è stato meglio così, perché mi sono davvero goduta ogni minuto della maternità, ma io non sono mai stata brava a stare in casa. Mi piace avere qualcosa da fare, un progetto a cui pensare, un’attività in cui sentirmi realizzata anche come donna, semplicemente come Manu, non solo come “la mamma di Brando”.
L’unica cosa che ho trovato (per un colpo di fortuna, perché ormai il numero di curriculum e colloqui fatti non li contavo nemmeno se più) è stato in una sartoria, grazie ad una conoscenza in comune.
Non era male in fin dei conti, ma la cosa assurda e anche un po’ buffa a ripensarci, è che il lavoro era come commerciale, anche estero dato che sapevo le lingue, per lo più sul loro shop online, ma di fatto ho passato la maggior parte del mio tempo ad attaccare bottoni automatici, sistemare vecchi scaffali, piegare interminabili pile di magliette e spedire scatoloni.
La cosa che mi ha fatto pensare di potermi meritare di meglio è stato durante le fiere, non le solite a cui ero abituata, ma vendita diretta a ritmi serrati dalle 9 alle 23 in alcune occasioni… l’ultima volta era talmente stravolta che facevo 2+4 con la calcolatrice che mi portavo sempre dentro al marsupio!
Sono “sbroccata” come si suol dire, non ne potevo più, anche la richiesta di un part time non ha risolto la situazione. Si era rotto qualcosa, non avevo più entusiasmo e voglia di andare al lavoro mentre mi perdevo gli anni più belli di mio figlio.
Così mi sono licenziata, ma dopo circa 1 mesetto a casa, quella benedetta occupazione che mi faceva portare a casa la pagnotta me lo sono dovuta ritrovare per forza. Di sola aria non si vive, no?!
Questa volta ho preteso di più però, non avevo voglia di buttare alle ortiche anni di studio ed esperienze importanti per una ragazza giovane. Anche questa volta la fortuna e un amico che ha passato la voce (assurdo che ancora si debba “conoscere qualcuno” per avere almeno l’occasione di fare un colloquio!!!) mi sono venuti in aiuto.
Così è iniziata la mia carriera, che mi ha portato da semplice segretaria a diventare marketing manager. Vi potete ben immaginare una donna, assunta da poco, senza chissà quale background alle spalle, nel settore metalmeccanico come fosse vista e quanta fatica abbia dovuto fare per farmi anche solo ascoltare.
Io ero la donna che di meccanica non ci capiva nulla, la ragazza carina che evidentemente ha un “trusto” con il capo (mamma mia che nervoso che mi fanno venire questi cliché maschilisti!), la giovane ed inesperta che dovrebbe stare al suo posto a sistemare archivi, spedire mail e servire caffè.
Per non parlare del fatto che ero sempre una mamma senza grandi aiuti a casa, solo mio suocero che davvero si è fatto in quattro per sopperire alle mie mancanze e quegli stramaledetti “orari flessibili” che mi facevano sapere quando entravo in ufficio, ma non quanto uscivo.
E non importa, perché se ti piace qualcosa, ci credi, ti appassiona e senti che ti sta portando da qualche parte, queste cose non contano, non ci guardi nemmeno. Ti fumi una sigaretta (a dir la verità molte sigarette allora…), ti lamenti un po’ e vai avanti.
Più crescevo e più da me si pretendeva quella precisione, quell’efficienza e quell’essere costantemente sul pezzo che è tosta da sostenere. Le fiere erano sempre più impegnative, sia a livello di organizzazione, che di tempo, che di trasferte, perché come ogni buona azienda italiana tradizionale, fare il “passaggio al digitale” era una pena infinita, una moda passeggera … ma parliamoci chiaro: al mondo d’oggi se non hai una forte presenza su Internet non sei nessuno!
Fatto sta che proprio durante una fiera, ve l’ho raccontato in passato, mio figlio cadde dallo scivolo all’asilo e si ruppe un braccio. Io non ero lì con lui, non potevo venire a casa nell’immediato (non c’erano voli) e il mio capo era incazzato a morte perché abbandonavo un evento importante di marketing proprio a metà.
Beh, scusi Mr. CEO, ma chissenefrega! Questo pensiero mi ronzava in testa in taxi, in aeroporto, durante il viaggio, quel forte e chiaro “vaffa” che rimette ogni cosa al suo posto, ristabilisce le priorità della tua vita, cosa è importante e cosa no, ti apre gli occhi su cosa stai sacrificando in nome della carriera.
Ho capito che non esiste realizzazione personale senza equilibrio. Se io mi devo sentire “qualcuno” facendo sentire mio figlio un “nessuno” perché per lui non ci sono mai, anche quando sono a casa, solo perché lo stress mi mangia, allora non va bene. Se io mi devo sentire realizzata ma mio marito ci soffre a vedermi così e sentire che non ci sono davvero lì con lui, con la testa e con il cuore, allora non va bene. Se io devo farmi strada nella vita, calpestando tutto ciò che gli da un senso, che la rende bella e meritevole di essere vissuta, allora quel senso viene a mancare.
Sono sempre stata una persona che aveva bisogno di uno strattone, un punto di rottura, un fondo toccato per avere la forza e la grinta di reagire. E così è stato, anche questa volta.
Avevo un piano B.
Era stato un gioco fino ad allora, un passatempo, un “di più”: l’attività di Networker sui social… benedetto il giorno in cui ignara di tutto, semplicemente curiosa, mi ero buttata!
Beh, era ora di farlo diventare il mio Piano A.
Il resto lo sapete…mi avete seguito sui social, avete letto il mio percorso, post dopo post, storia dopo storia, avete visto i miei tentativi ed i miei mille sbagli, avete notato i miei cambiamenti ed applaudito la mia crescita. Non c’è stato nulla di nascosto o di poco chiaro. Nessuna raccomandazione o facilitazione. Nessun compromesso e nessuna fortuna. Solo il mio impegno e le mie regole. Questo è mio: io decido, io ho successo o fallisco.
Vi ho preparato un video su questo argomento, lo pubblicherò a breve. Si intitola “Perchè non hai successo nel network” e quando lo guarderete, ricordatevi questa storia.
Sono nata 34 anni fa in una famiglia come tante, in una paesotto della bassa reggiana, tra la nebbia, le costanti piene del Pò e tanta, tantissima campagna.
In casa mia ha sempre valso la regola “Studia tanto, lavora duro e risparmia fino all’ultimo centesimo”, senza se e senza ma. Una filosofia che ci ha permesso di realizzare tante piccole cose, ma che non ammette sognatori e non ammette errori di percorso.
Mio fratello, 10 anni più grande di me, il mio mito ed il mio modello di uomo per tantissimo tempo, ha seguito le orme tecniche di papà, laureandosi in Ingegneria, mentre io non avrei voluto combattere contro i numeri tutta la vita, come al liceo. Ma nonostante fossi più orientata per la letteratura, la filosofia e l’arte, ho intrapreso Economia e Marketing Internazionale, perchè, purtroppo, rimane ancora una sacrosanta verità: sono più le materie scientifiche che ti permettono di crearti un futuro, rispetto a quelle umanistiche.
Ma l’ultimo anno di università ho iniziato a viaggiare per approfondire la mia conoscenza delle lingue ed ho continuato anche negli anni successivi: passavo da una città all’altra, mi immergevo nella vita e nelle usanze dei suoi abitanti, potevo essere tutti e potevo essere nessuno. Londra, Parigi, Monaco di Baviera, Stoccarda, Valencia, Nizza, l’Austria… mi si è aperto un mondo: il mondo non era lì, in quel paese della bassa padana o in tutti i libri che leggevo, la vita era altro, le persone erano tante, le mentalità erano diverse ed i sogni erano realizzabili.
Non era così facile, certo, ma credo che una volta che annusi l’odore della libertà poi non puoi più farne a meno, quindi è stato proprio nel lavoro che ho iniziato a cercare i settori che più amavo e che mi appassionavano: la moda e l’arredamento.
Ho passato alcuni anni bellissimi a lavorare come Commerciale Estero per alcune aziende importanti, fino a quando non ho conosciuto l’amore della mia vita e mi sono trasferita a Piacenza per vivere con lui e diventare una famiglia.
Non so se siete pratici del Piacentino, ma io l’ho metabolizzato come “La città del voglio ma non posso”: non più campagna, non ancora città, vicinissima a Milano, ma non così aperta ed intraprendente. Nel piacentino ci sono tante eccellenze che vivono nell’ombra, non amano pavoneggiarsi come la vicina Parma, per la cultura culinaria ed i bellissimi paesaggi, quindi rimangono un pò sottotono: un grande peccato!
Di certo sono grandi lavoratori e la metalmeccanica qui è forte, così alla fine non ho avuto altra scelta che trovarmi lavoro proprio nel settore dove, fin da bambina, non avrei mai voluto capitare: dopo anni di pranzi e cene in famiglia con mio padre e mio fratello che parlavano di meccanica, idraulica, tecnologia, elettronica, ecc… vi potete ben immaginare, no?
Eppure il destino (se ci credete, io amo chiamarlo il mio volere inconscio) trova sempre il modo di incasellarsi giusto ed, infatti, ho ritrovato una mia vecchia conoscenza: il Marketing. Se ci pensate bene, questa parola o non vuol dire niente di particolare, è solo l’ennesima parola inglese di moda, oppure vuol dire un mix di fine psicologia, grandissima inventiva e l’unica cosa che veramente conta per far “girare l’economia”.
Eh sì, marketing non vuol dire vendere, ma trovare il modo più efficace, furbo ed originale per avvicinare le persone ad un determinato prodotto o servizio…e ragazzi, quando ho conosciuto questo applicato al mondo digitale, boom! E’ scoppiato l’amore…
Ma non volevo più farlo per arricchire qualcun altro, per compiacere qualcun altro e soprattutto per far felice qualcun altro: IO volevo essere felice, IO volevo essere fiera di me stessa, IO volevo decidere le regole del gioco e soprattutto IO volevo guadagnare in base a quanto tempo, quanta energia e quanta passione mettevo nel mio lavoro.
Il resto lo sapete già, altrimenti non sarei qui a scrivervi e a condividere mia vita sui social ogni giorno, ma volevo dirvi una cosa al termine di questa storia:
non importa da dove vieni, cos’hai vissuto, cos’hai studiato…
non importa se sei una mamma o un’universitaria, se sei un operaio o un manager, se vivi in un appartamento o in una villa…
se hai un desiderio bruciante dentro, se sei disposto ad impegnarti e sacrificare qualcosa per raggiungere il tuo sogno, se riesci a liberarti dei tuoi schemi mentali e riniziare da capo…
Bada, non ti sto dicendo di cambiare la tua vita e mollare tutto!
Ti sto dicendo di coltivare un orticello nel tuo giardino, perchè se un giorno il supermercato chiudesse o non volessi più andarci e se avrai curato ed ingrandito il tuo orto, potrai avere frutta e verdura da lì e potrai vivere solo di quello…
Questo è il primo articolo del mio blog, con il quale vorrei presentarmi a tutti coloro che non mi conoscono già grazie ai social o YouTube.
Sono una giovane mamma di Piacenza che lavorava come responsabile marketing in una ditta metalmeccanica di provincia. Il mio lavoro mi appassionava molto e gli sono grata perchè mi ha permesso di accedere ad una delle migliori formazioni in questo campo, grazie all’affiancamento ad un’importante società di consulenza nel digital marketing.
Questa è stata la mia occasione per aprire gli occhi e capire che il nostro mondo è cambiato: il potere del web, della tecnologia che ci circonda e che utilizziamo tutti i giorni (forse anche un pò inconsciamente) è grandissimo ed è entusiasmante conoscere i metodi e le strategie per sfruttarli per noi stessi, per fare qualcosa di valore.
E’ stata questa idea che ha continuato a ronzarmi in testa per circa un paio d’anni: trovare il modo per usare ciò che avevo avuto il privilegio di imparare per creare qualcosa di mio, che potesse cambiare la mia vita e farmi sentire davvero appagata, come un lavoro tradizionale è difficile che possa fare.
Girovagando sui social ho visto che questo tipo di opportunità era già stata colta da moltissime persone, soprattutto ragazze, che però non riuscivano a convincermi del tutto: non volevo mettere la mia faccia in qualcosa che mi avrebbe inevitabilmente bollato come una spammatrice seriale o una fissata con le diete o una che si era montata la testa.
Circa un anno fa, infatti, avevo provato ad intraprendere questa strada, senza però sapere quali fossero i requisiti fondamentali da osservare: la solidità e la serietà dell’Azienda, il programma di formazione che metteva a disposizione ed il team che mi avrebbe accompagnato in questo percorso. Ho pagato la mia ignoranza a caro prezzo, facendo un mucchio di errori e buttandomi in un business senza le basi necessarie per farlo crescere, così mi sono demoralizzata ed ho abbandonato.
Nel corso del tempo, però, la mia curiosità mi ha portato nel posto giusto, ma facciamo un passo indietro.
Io sono sempre stata un pò rotonda ed ho sempre dovuto combattere con la mia fisicità, che proprio non mi piaceva. Il parto del mio bimbo ha inspiegabilmente dato una botta al mio metabolismo, così ho potuto anch’io fare qualche anno di pace dei sensi: mi guardavo allo specchio e non mi dovevo più soffermare a studiare l’abbigliamento più adatto per nascondere i miei difetti, mi mettevo una maglietta e un paio di jeans e stavo bene con me stessa.
Questa sensazione è una vera droga e anche se poi il tempo passa ed il metabolismo tende a ritornare al suo stato di partenza, se non a peggiorare, non volevo rinunciare a questo benessere. Così ho passato molto tempo alla ricerca di un palliativo, qualcosa che potesse aiutarmi a mantenermi in forma e soprattutto energica.
Dopo aver provato centinaia di prodotti sul mercato sono finita, quasi per caso, dopo il periodo Natalizio, in un programma Detox veramente semplice ed efficace, che mi ha fatto rivalutare l’azienda ed i suoi prodotti. Pian piano li ho provati tutti, con grande soddisfazione, e non nego, un certo livello di stupore per l’immediata reazione che aveva il mio corpo quando li assumevo.
Così ho iniziato a valutare anche il resto: perchè non avrei dovuto iscrivermi, se questo mi comportava una scontistica sui prodotti che acquistavo abitualmente e di cui parlavo già entusiasta, consigliandoli alle persone che conoscevo? Perchè non avrei dovuto essere pagata per questo passaparola che mi veniva assolutamente naturale?
E qui la differenza l’hanno fatta le persone, eccezionali, che mi hanno letteralmente accompagnato mano nella mano nel mio percorso, informandomi, supportandomi, facendo comodi webinar da casa, consigliandomi libri d’ispirazione, dandomi l’accesso a video e corsi online… ho fatto tutto dal mio divano, nel tempo libero, mentre mio figlio mi giocherellava attorno, il mio cane mi russava sulle gambe e il mio compagno mi guardava attonito!
E’ un’esperienza incredibile, che mi ha permesso di lavorare su me stessa, la mia visione del mondo e delle persone, il mio atteggiamento mentale e la mia sicurezza, ho abbattuto le mie barriere ed i miei preconcetti ed ho ritrovato il coraggio di sognare qualcosa di più bello e di più grande per me e la mia famiglia.
La mia storia in breve anche in questo video, nel quale spiego come e perchè ho iniziato a fare la Networker:
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