
Mia mamma mi diceva sempre che ero troppo pessimista nella vita.
Io immancabilmente le rispondevo che ero solo realista…
In effetti ero arrabbiata. Arrabbiata col mondo che non capivo e che non mi capiva, arrabbiata col mio sentirmi diversa e un po’ isolata, intrappolata.
Non ero una ragazzina frivola.
Non sono stata una ragazza leggera. Non ho un passato semplice alle spalle.
Non lo racconto perché brucia ancora. Non lo racconto perché è solo mio.
Non lo racconto perché in troppi non capirebbero e non è la commiserazione che cerco, perché tutto ha già trovato il suo senso, anni dopo.
Se non avessi sofferto o non mi fossi rifugiata in me stessa o non avessi cercato di reagire, chi sarei ora?
Starei qui a scrivervi storie? Avrei fatto qualcosa per migliorare le vite degli altri, compreso la mia e di chi amo? Avrei scelto di spogliare quella bambina introversa dalle sue paure e dai suoi limiti? Avrei usato ogni giorno tutta l’energia che ho per diventare un esempio migliore per mio figlio e lasciargli un futuro in eredità?
No.
Se non avessi trasformato tutto quel dolore e quella frustrazione in energia vitale, non avrei mai avuto la forza per creare la vita dei miei sogni completamente da zero.
Quindi non disperare.
Ricorda che anche dalle crepe nell’asfalto nascono i fiori.