Ti sei mai accorta che nessuno che non abbia qualcosa di doloroso o scomodo nella sua vita si metterebbe mai a fare network marketing?
Se ci pensi, spesso, ci si affidano le persone che in qualche modo non ne possono più di qualche situazione della loro vita e cercano una soluzione… e vanno avanti le persone che sanno trasformare quella rabbia e quella frustrazione in grinta per farcela e prendersi il loro riscatto.
Forse è per questo che la maggior parte dei #networker ti sembrano dei montati o dei fissati, gente a cui hanno fatto il lavaggio del cervello o, peggio, che ti trattano dall’altro al basso.
Dipende in che “fase” sono e soprattutto se hanno o no superato quei piccoli traumi grazie al percorso personale che questo lavoro ti porta inevitabilmente a fare, oppure li hanno solo nascosti sotto il tappeto.
Sì, collega, all’inizio sarai sola.
Avrai il gruppo con te, se sarai abbastanza fortunata da trovare un team che si senta una squadra, più che un accozzaglia di persone che fanno la stessa cosa e si sentono in concorrenza tra loro.
Ma, soprattutto all’inizio, le persone che ti potranno capire, sono proprio quelle che stanno facendo questo percorso insieme a te.
Gli altri non lo capiranno il tuo mondo. Forse mai.
E allora devi chiederti quanto ci tieni, se sei disposta a metterti in gioco al 100%, se vuoi che questo sia il mezzo per riscattarti oppure è più forte il dolore e la fatica di affrontare i tuoi limiti e combattere i tuoi fantasmi.
Il tuo futuro sta tutto nella risposta che ti dai.
Chiamalo Karma o chiamalo come vuoi, ma tutto torna, solo che non sai quando e non devi perdere la fede nell’attesa.
Non è vero che a questo mondo se sei buono lo prendi in quel posto, non è vero che nel business solo gli squali prendono le prede migliori, non è vero che bisogna farsi furbi, avere il pelo sullo stomaco, lavorare ai fianchi, toccare i punti di dolore, manipolare la comunicazione, non è vero che l’etica è solo una moda passata e non è vero che ciò che funziona è questo e non ci puoi fare niente…
Io mi sono fatta portavoce dell’esatto contrario dal 2019, non è molto se lo paragoniamo a chi questo lavoro lo porta avanti da oltre 10 anni e che prendo ad esempio, ma ho combattuto decine di battaglie in questi 3 anni, in nome di ciò che era importante per me, in nome del mio amore folle per il vero significato di questa attività, che si è perso nell’etere di tante parole inutili e studiate a tavolino.
Nel mio di Business certe stronzate non le avrei mai accettate, per questo ho preso le distanze da alcune cose ben prima di aprire il mio codice, ho usato sempre e solo il mio brand, ho insegnato solo ciò in cui credevo e lasciato andare senza alcun problema chi non provava piacere e non trovava utilità dallo starmi accanto.
E sapete la cosa più bella?
Vi voglio lasciare questo messaggio perché è importante:
Un giorno, quando hai trovato il tuo equilibrio, costruito il tuo angolo di paradiso, smetti di curare cosa fanno gli altri e fai solo ciò che ami e ti circondi solo delle persone che ti fanno stare bene, l’universo in qualche modo lo sente e cambia configurazione, apre le porte a tutte le cose meravigliose che volevi ti accadessero e porta sulla tua strada persone che volevi tanto al tuo fianco.
Grazie, grazie a voi che vi volete unire al mio movimento e fare la differenza, grazie di aver rotto il muro della diffidenza ed avermi chiesto aiuto, grazie del vostro affetto, sono onorata di essere stata scelta🙏
Quando si decide di lavorare con Instagram non c’è bisogno di essere fotografi professionisti e maghi di Photoshop , ma bisogna indubbiamente curare la qualità d’immagine dei nostri contenuti, sapere dove mettere le mani e fare un po’ di pratica.
Vi garantisco che chiunque può imparare facilmente perché io, prima di lanciare la mia attività online, ero davvero una capra (e lo potete verificare voi stessi scorrendo il mio profilo anni indietro😅).
Tutt’ora amo rimanere sul semplice: non pago nessuna app/agenzia/fotografo, uso sempre e solo lo smartphone e non ho nemmeno un filtro!
Oggi vorrei darvi qualche consiglio pratico e semplice per migliorare drasticamente la qualità delle vostre foto sui social :
1️⃣ LUCE 👉🏼 la prima regola in assoluto, mai postare foto buie, che risultano poco nitide, mai con la fonte di luce dietro di noi, mai in luoghi chiusi senza una fonte luminosa aggiuntiva, la luce naturale, anche andando vicino ad una finestra, è la migliore!
2️⃣ VARIETÀ 👉🏼 cerchiamo di variare il soggetto e la distanza da esso, non sempre selfie e non sempre foto da lontano, non sempre con la stessa espressione o nella stessa situazione
3️⃣ DINAMISMO 👉🏼 muoversi ed adottare più pose diverse mentre si scatta, anziché mettersi in posa, è il trucco migliore per far risultare molto più coinvolgente e dinamica la nostra foto
4️⃣ COMUNICAZIONE 👉🏼 bisogna sempre pensare che una foto deve comunicare qualcosa in sè e per sè, anche senza leggere il testo sotto, anzi, deve evocare l’idea che vogliamo trasmettere poi a parole, deve avere un senso!
5️⃣ VERITÀ 👉🏼 statisticamente foto troppo perfette o troppo ritoccate, nei colori o nella grana della pelle, ad esempio, risultano finte e sgradevoli ed allontanano il nostro “pubblico”.
È necessario che la foto di base sia di buona qualità, sempre, non si può pensare di fare miracoli dopo lo scatto grazie alla Post-produzione, ma sicuramente aiuta tantissimo e migliora nettamente la riuscita finale della nostra foto.
Come App per la post-produzione vi consiglio Snapseed per fare modifiche manuali e il caro vecchio Lightroom per applicare un Preset .
Infine, un oggetto di cui non potete assolutamente fare a meno è un Selfie Stick Tripod , ovvero un bastone allungabile con treppiede e telecomandino Bluetooth per essere sempre indipendente ovunque (come quello che ho usato per scattarmi da sola questa foto in montagna 👆🏼)
Ora, non vi resta che mettere in pratica questi consigli, fare un po’ di pratica e… divertirvi!!!
Oggi, in occasione della Festa della Donna, voglio farti un augurio… che tu sia una donna ordinaria, che sceglie ogni giorno di prendere una decisione straordinaria
Che sia smettere di nasconderti dietro ad un ruolo che qualcun altro ha scelto per te: essere una moglie, essere una madre, scegliere se dedicare la tua vita a tuo figlio o alla carriera, sentirti in colpa se non ti riconosci in un’etichetta, se hai dei sogni anche tu e sono poco convenzionali.
Che sia smettere di chiedere permesso agli altri, cercare costantemente la loro approvazione, Facebook ne è la prova, vogliamo ricevere il “like”.
Il tuo lavoro è piacere a te stessa ogni mattina, quando ti alzi, il like degli altri è un extra. Non sei obbligata a compiacere, non sei tenuta ad assecondare, non devi essere per forza tu quella che molla e che rinuncia.
Che sia smettere di sentirti sotto la costante pressione psicologica di apparire al meglio, essere sorridente e in forma. Non puoi uscire struccata, non puoi stare in tuta, non puoi avere imperfezioni, non puoi sentirti giù o essere fragile.
Che sia uscire dal clichè della donna psicotica e rompipalle, quella che urla di continuo e non è mai felice. Quella mossa costantemente dall’invidia e dalla competizione con le altre, che non sa fare gruppo e spalleggiarsi a vicenda.
Che sia dare ai tuoi sogni una possibilità, senza lasciarli sotto al cuscino quando ti svegli, senza realizzare quelli di qualcun altro.
E non importa da che famiglia vieni, com’è stato il tuo passato, se eri senza soldi, se sei stata tradita o hai divorziato… è solo la tua mente a tenere il conto di tutto questo, perché è stata progettata per tenerti al sicuro.
Di fronte ad una scelta difficile o rischiosa la tua testa ti dirà sempre di indietreggiare, perché potresti farti male, perché hai visto troppe persone fallire. Devi voler tu andarle contro, fare quello che ti senti e buttarti.
Solo 3 cose possono succedere:
Salti e voli.
Salti e cadi sul morbido.
Salti, cadi e ti rialzi.
Ti rialzerai sempre. Fidati di te stessa.
Sei una donna ordinaria che prende ogni giorno una decisione straordinaria.
𝐂𝐎𝐑𝐑𝐄𝐕𝐀 𝐋’𝐀𝐍𝐍𝐎 𝟐𝟎𝟏𝟕 e questa è la foto più carina e sorridente che ho trovato tra i miei vecchi post di Instagram.
Non posso dire che non fossi #felice , cavolo, io, sulla carta, ero “𝐋𝐚 𝐃𝐨𝐧𝐧𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐀𝐯𝐞𝐯𝐚 𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨”
• un lavoro a tempo indeterminato
• una bellissima carriera davanti a me (ero responsabile marketing di un’azienda metalmeccanica affermata)
• uno stipendio più che soddisfacente, soprattutto quando andavo in fiera
• una bella casa, una bella famiglia , una ritrovata forma fisica … TUTTO INSOMMA‼️
Mi sentivo realizzata allora, ma avevo come 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐚 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐦𝐢 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐬𝐟𝐮𝐠𝐠𝐞𝐧𝐝𝐨:
la mia vita, il mio tempo, il mio essere donna piena di interessi, il mio essere mamma…
Non ero davvero 𝐒𝐄𝐑𝐄𝐍𝐀, non mi sentivo realmente 𝐋𝐈𝐁𝐄𝐑𝐀 e non riuscivo a sentire che la mia vita aveva davvero un 𝐒𝐄𝐍𝐒𝐎 ed una 𝐃𝐈𝐑𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄, non so se riuscite a capire cosa intendo…
Non sono stata così pazza da mollare tutto dall’oggi al domani, non avrebbe avuto senso, ma ho iniziato a provare a creare il mio “piano B” come secondo lavoro. nel mio tempo libero.
Organizzandomi bene e sapendo cosa fare, riuscivo sempre a ritagliarmi 3 ore al giorno da dedicare al network e quello che è saltato fuori, mettendoci tanta passione e costanza , è stato davvero sorprendente… ve ne siete accorte, vero⁉️
Vi ho raccontato questa storia non per fare la fenomena di turno, probabilmente là fuori ci sono donne molto più in gamba di me, ma per dirvi che esistono lavori alternativi che ci possono permettere davvero di esprimere il nostro potenziale ed è giusto 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐯𝐢𝐝𝐞𝐫𝐥𝐢, 𝐒𝐄𝐌𝐏𝐑𝐄♥️
Devi farti le spalle larghe per reggere il bullismo ragazza mia, questa è la triste verità, lascia che ti racconti la mia storia.
Io sono stata bullizzata sia da adolescente che da adulta, anche se in forme diverse.
Quando ero una ragazzina perché ero diversa, molto introversa :
amavo leggere piuttosto che frequentare le mie compagne per parlare di cose frivole, preferivo viaggiare da sola ed esplorare il mondo piuttosto che fare i weekend a Riccione in discoteca, non mi vestivo alla moda, mi tagliavo i capelli da sola, non avevo quasi mai soldi in tasca e mi sentivo più a mio agio a frequentare amici maschi.
Nessuno mi ha dato un “manuale di sopravvivenza” allora, ho accusato il colpo e sofferto non poco.
Nessuno mi aveva detto che quei giorni mi avrebbero reso la donna che sono oggi, quella che non ha paura di soffrire, quella che non teme le sconfitte, quella che affronta i problemi.
Nessuno mi ha detto che le stesse persone che mi prendevano in giro allora, ora mi invidiano e non hanno neanche metà della vita meravigliosa che sono riuscita a regalare alla mia famiglia. Nessuno mi ha detto che se non fosse stato per quella rabbia e quel senso di inadeguatezza, per quella voglia di riscatto che mi bruciava dentro, non avrei mai avuto il coraggio di fare scelte molto poco convenzionali e basate solo sul fatto che credo in me stessa e so che di me mi posso fidare.
E allora te lo voglio dire io, se sei una mamma e non sai come aiutare tua figlia o se sei una ragazza giovane e ascoltare qualcuno che c’è passato prima di te ti da sollievo:
NON CEDERE, NON LASCIARTI SOPRAFFARE, CERCA DI NON PENSARCI OSSESSIVAMENTE: TU NON SEI QUELLO CHE GLI ALTRI DICONO DI TE, TU SEI E SARAI SOLO CIÒ CHE VORRAI DIVENTARE♥️
Un giorno mi abbuffavo, l’altro bevevo e basta. Un giorno continuavo a spiluccare da frigo e dispensa, l’altro mi attaccavo alle pillole per sopprimere l’appetito. Un giorno riempivo il piatto fino all’orlo, l’altro affaticavo i miei reni a forza di diuretici. Un giorno pensavo “vabbè, l’ultimo sgarro e poi mi metto in riga”, l’altro compromettevo il mio fegato con dukan e keto.
(Lo dicevano le mie analisi del sangue, non certo paranoie…)
Dalla terza media fino ai 28 anni ho massacrato il mio corpo in tutti i modi che potevo, solo perché non mi piaceva e non lo accettavo.
E più non lo accettavo, più peggiorava. E più peggiorava, più mi demoralizzavo. Più mi deprimevo, più esageravo e il circolo vizioso non terminava mai.
Ho provato di tutto a livello di diete . Ho comprato di tutto a livello di integratori per perdere peso. Ho iniziato uno sport o fatto l’abbonamento in palestra senza finirlo, centinaia di volte.
Cos’è successo da allora?
No, tranquilla, non ti dirò MAI che ho trovato l’azienda dei miei sogni, con prodotti magici e miracolosi che hanno cambiato la mia vita e per questo ora ci collaboro.
Per me questo è un lavoro, non un cliché e chiunque abbia davvero sofferto il rapporto col cibo e col suo corpo non ne parlerebbe mai così.
Ma mi ero talmente stufata di prendermi in giro cercando stupidi palliativi per cambiare il mio corpo, che ho deciso di adottare un’altra strategia: cambiare la mia testa.
È 20 volte più faticoso di una dieta, ve lo dico.
Ma anche molto più duraturo e piacevole, perché impari a prenderti cura di te sul serio, ma anche a permettere a te stessa di vivere e godere delle cose belle, essere flessibile quando ce n’è bisogno e sapere che puoi davvero fidarti del tuo “Domani mi rimetto in riga” o del “Domani brucio tutto in palestra”.
Sono sicura che te l’hanno già detto mille volte, ma altrettanto sicura che te lo sei dimenticata…
DIVERTITI!
E lo dico sia te che a me, perché forse ce lo siamo dimenticate in due e ci stiamo perdendo…
DIVERTITI!!!
Smetti di avercela con tutti, screditare i colleghi per renderti più appetibile, voler dimostrare di avere il metodo migliore, il team migliore, la formazione migliore, le iniziative migliori, l’azienda migliore…
Mostrare, mostrare, mostrare: è tutto un mostrare senza mai divertirti.
DIVERTITI, CAVOLO…
Senza voler per forza insegnare, ispirare, guidare con l’esempio, far riflettere, intrattenere, renderti virale, stimolare il commento, strappare il like
MA DIVERTITI!
Senza guardare cosa fanno gli altri, sfidare gli altri team, fare a gara di quante persone di possono mettere sulle locandine, quante iniziative si possono pubblicizzare, basta cercare di dimostrare quanto ce l’hai lungo e RINIZIA A DIVERTIRTI!
Quando scatti una foto, quando racconti qualcosa con un testo, quando parli con lo schermo per fare una storia, quando ti godi il tuo tempo libero, quando impari qualcosa di nuovo, quando parli con la gente.
Ca**o è difficile, lo so, ce ne siamo quasi tutte dimenticate ormai, perché il mondo è pesante, Il lavoro è pesante, l’aver a che fare con le persone è pesante…
Ma ti prego, smettila di fissarti con la strategia figa, la formazione cambia vita, il filtro o la grafica eccezionale, la diretta della vita, lo script più efficace, la sponsorizzata più accattivante.
DI . VER . TI . TI !!!
Ricordati solo questa di strategia.
Ricordatela in fondo alla pancia.
Tu avevi iniziato per questo.
Perché, in fin dei conti, usare i social, costruirti un futuro grazie ad un lavoro digitale, vivere di passaparola e condividere ciò che ami è imbarazzantemente più divertente della maggior parte dei lavori tradizionali.
Ringrazio questo anno cosi merdavigliosamente incredibile.
Già… è stato un anno di merda, ma anche un anno di svolta incredibile, per me, la mia visione del mondo e soprattutto per la mia carriera.
Sono Diamante ormai da 1 anno e quello che mi sembrava un traguardo in realtà è stato un inizio: scalare il piano marketing non è stato difficile, è stato difficile, per citare Harvey B. Mackay, “Nuotare tra gli squali senza essere sbranata viva”.
Ad ogni fine anno penso sempre che il peggio sia passato, ma in realtà non è così, ogni anno “mi fa lo sgambetto”.
A volte mi sbuccio le mani, a volte ho un livido sulla fronte, a volte mi rompo una costola.
Ma quest’anno ho pensato di non volermi più rialzare.
Era stupido rialzarsi con tanta fatica se tanto, dietro l’angolo, a pochi metri di distanza, c’era un’altro che mi faceva cadere, se a porgermi una mano erano solo un paio di persone su centinaia che volevano vedermi affogare, se a credere in me ero rimasta quasi solo io e ormai iniziavo a vacillare.
E sapete perché non ho mandato tutti a quel paese scegliendo una strada più facile o diversa? Ritornando a vivere una vita più comoda e con meno pensieri, per vivermi la mia famiglia e curare la mia salute (che mi ha davvero messa in crisi, rischiando quasi il ricovero)?
Perché mi stava sulle balle farli vincere.
Odiavo ammettere che mi avessero schiacciato.
Io non butto giù la regina (se avete visto “La regina degli scacchi” sapete cosa intendo..).
Sono rimasta a terra finché mi sentivo stremata, come un pugile che cerca di riprendere le forze dopo un cazzotto forte, quando si si annebbia il cervello e non sei più capace di ragionare, non sai più chi sei.
Mi rialzavo solo alla fine della conta, giusto per non dargli buono il round. Non ho reagito finché non ne sono stata in grado.
Perché ho imparato che se reagisci quando non sei pronta, dando fondo alle tue ultime energie poi non hai più nulla a cui attingere. E allora mi riposo. Mi deprimo. Mi dispero. E resto giù.
E forse l’orso di torno pensa che io sia morta e mi lascia stare…assurdo come la natura ci insegni tutto senza andare a cercare chissà quali Mental Coach…
Ho immaginato di perdere tutto. Davvero.
L’ho immaginato nei minimi dettagli. L’ho vissuto nella mia mente.
E la disperazione che ho provato era più forte del dolore che sentivo.
E allora ho scelto di sforzare l’arto che mi faceva meno male e di sopportare. Perché l’osso si sarebbe riparato da solo e io sarei tornata a camminare. Ma se non mi fossi mossa, sarebbe andato in cancrena.
Dovevo muovermi. Dovevo sopravvivere. Dovevo finire il cammino e finirlo da sola, senza l’aiuto di nessuno.
Io non dovevo dimostrare nulla a nessuno, dovevo solo dimostrare di nuovo a me stessa che sono la mia migliore amica, la persona su cui contare, la donna da stimare.
Non contava nient’altro.
E così ho fatto.
E sono qui.
Piena di cicatrici che non vedete, perché non mi conoscete in fin dei conti, non sapete cosa c’è dietro il successo qualunque esso sia.
Ma fidatevi di me.
Nessun sorriso è più accecante di quello che nasce da una lacrima.