
Io ero quella con il naso all’insù. Quella sotto al palco sognante, quella in fondo al team che nessuno considerava, quella che non si sentiva mai abbastanza, quella che non osava nemmeno pensare “Chissà se un giorno anch’io riuscirò a…”
Quella ero io.
Con il naso all’insù ad inizio giornata e la testa giù a fine giornata, quando nonostante l’impegno, il peso dei “no”, di chi neanche ti dava l’opportunità di spiegare e gli scarsi risultati, pesavano come un macigno addosso.
Con mio marito che si lamentava, sfiduciato, per tutto il tempo che stavo attaccata al telefono e il fantasmagorico bonifico da Networker che non arrivava mai.
I miei genitori che stropicciavano la bocca quando provavo a raccontar loro i miei progetti, cercando di riportarmi con i piedi per terra, convincermi a cercare di nuovo un lavoro “serio”.
Le mie amiche, quelle che dovevano essermi un po’ più vicine e giudicarmi un po’ meno, perché tanto se non condividi un po’ di pazzia con loro, con chi lo fai? Beh, le sentivo scettiche, fredde, stranite.
I miei colleghi di allora erano addirittura preoccuparti per questa cosa, lo vedevo nei loro occhi, il tono della loro voce. Perché poteva distrarmi dal mio impiego o addirittura farmelo perdere.
Questa ero io.
Io prendevo costantemente ispirazione dalle altre Networker perché non sapevo cosa dire e come dirlo, avevo paura di sbagliare o di non essere abbastanza attrattiva. Ho reso alcune di loro degli idoli nella mia testa, dei modelli intoccabili.
Ma ora lo so.
So che tutte le persone che ho citato semplicemente mi volevano bene. Per questo tentavano di proteggermi da fregature e delusioni. Ma è proprio per questo che ho capito il senso delle loro parole e sono comunque andata avanti a tentare.
Ora so che avevo solo bisogno di fare la mia strada, come tutti, di crescere, imparare e sbagliare. Di vivere il percorso con tutto il bene e il male che comporta, sapendo che è la parte più bella ed entusiasmante della mia carriera.
So che se salti le tappe ti mancano dei pezzi. So che se prendi la strada veloce non saprai insegnare nulla, non saprai motivare, non saprai correggere, non potrai capire chi inizia e ha delle difficoltà, perché non le hai mai vissute.
E sai com’è finita?
Quando ho rialzato la testa dal mio quaderno di appunti e dal mio telefono dal quale ho sempre lavorato con tutto il tempo che avevo a disposizione e la passione che ho in corpo, ho visto… e ho letto… e mi sono resa conto…
Erano i leader delle aziende concorrenti che prima idolatravo a scrivermi e farmi i complimenti. Erano le agenzie professionistiche con cui avrei tanto voluto collaborare che volevano lavorare insieme a me. Erano le persone che prima io cercavo a scegliermi di loro spontanea volontà.
Essere dei principianti è una cosa meravigliosa. È qualcosa che non ti tornerà mai più indietro, qualcosa che ricorderai con emozione, una storia incredibile da raccontare.
Tieni il naso all’insù per sognare e la testa bassa per lavorare…ti sorprenderai nel vedere dove ti può portare!